Presentazione del volume Il diritto penale al servizio della comunione della Chiesa
Roma, Pontificia Università Urbaniana, 13 dicembre 2021
In occasione del quarantesimo del gruppo italiano docenti di diritto canonico (GIDDC), Mons. Adolfo Longhitano, relazionando in merito all’apporto del gruppo all’insegnamento del diritto canonico, ebbe a formulare la seguente espressione: «si può affermare a ragione che il soggetto responsabile delle diverse iniziative attuate è il Gruppo»[1].
Queste parole si attagliano pienamente al presente volume, frutto di un incontro, il quarantasettesimo, rinviato rispetto alla data originale del 2020 per la terribile pandemia che si è abbattuta sul mondo intero e che ci ha dato alla fine l’inattesa possibilità di confrontarci sul libro VI, appena promulgato e al tempo non ancora in vigore. L’incertezza di un incontro della cui fattibilità era lecito dubitare, non solo per problematiche di carattere logistico, si è così trasformata nell’opportunità di un dialogo franco e appassionato, lontano, come è nella tradizione del gruppo, da un confronto astratto in cui l’oggetto dello studio è avulso dagli interessi concreti di chi lo persegue. Quell’intuizione, assunta a Napoli nel 1970, in occasione del II congresso dell’Associazione Canonistica Italiana (fondata l’anno precedente), da docenti di diritto canonico dei seminari e degli studentati religiosi, di confrontarsi regolarmente al fine di armonizzare le novità del Concilio con il Codice di diritto canonico, trova così piena conferma nell’identità attuale di un gruppo che è venuto a coinvolgere in modo sempre più significativo docenti delle facoltà pontificie di Roma e della facoltà di Venezia ma che è animato ancora oggi e più che mai da una sincera passione e amore per la Chiesa.
Il tema del diritto penale non ha di norma un ruolo centrale nello studio del diritto canonico e questo ha forse anche un suo significato e una sua giustificazione, tuttavia esso rientra a pieno titolo nelle preoccupazioni di cui l’ordinamento canonico non può non farsi carico. Il gruppo ha prestato attenzione all’ambito penale in diverse delle opere da esso promosse: il volume unico, Corso istituzionale di diritto canonico, predisposto nel 1995, ma soprattutto il manuale in più volumi, Il diritto nel mistero della Chiesa, promosso in più edizioni dal febbraio 1979, includendo la trattazione della tematica delle sanzioni nel terzo volume, risalente nella sua ultima edizione al 2004 e poi ancora nel quarto volume su Prassi amministrativa e procedure speciali, edito nel 2014 e di cui si ipotizza una nuova edizione. Per quanto riguarda gli incontri di studio il gruppo ha affrontato tematiche penali nell’ambito del XXV incontro di studio, tenutosi a Torino dal 29 giugno al 3 luglio 1998, su I giudizi nella Chiesa. Processi e procedure speciali, pubblicato nel Quaderno della Mendola n. 7 (due erano i contributi di diritto penale sulla procedura giudiziale e stragiudiziale per l’applicazione delle pene, cui si aggiungeva una relazione su quella che allora si presentava come la nuova agendi ratio in doctrinarum examine della Congregazione per la dottrina delle fede), ma soprattutto nel XXIII incontro di studio, tenutosi presso l’Abbazia di Maguzzano dal 1 al 5 luglio 1996. Gli atti vennero pubblicati nel V Quaderno della Mendola e corse allora la necessità di precisare, nell’introduzione, che «certamente il tema del diritto sanzionatorio ecclesiale non è usuale in convegni o congressi canonistici e la stessa bibliografia sull’argomento è andata via via assottigliandosi dopo i numerosi studi pubblicati nel corso della revisione del Codice». In quarta di copertina si aggiungeva: «il diritto penale è uno dei temi meno affrontati e meno conosciuti del diritto della Chiesa». Nonostante questo, non solo il gruppo propose già allora tale incontro di studio, ma, sempre nell’introduzione a presentazione degli atti, così scriveva: «la Chiesa, comunità salvifica, non può prescindere da questa parte del diritto giacché, indipendentemente dai differenti approcci metodologici, non vuole rimanere insensibile di fronte ad azioni antiecclesiali che recano un grave danno alla comunità dei fedeli». Nella quarta di copertina si aggiungeva: «la tutela della comunione ecclesiale nella fedeltà al Vangelo non può essere trascurata». Le riflessioni della costituzione apostolica Pascite gregem Dei, del 23 maggio 2021, hanno una chiara consonanza con queste intuizioni e ne offrono una coraggiosa e sistematica riproposizione per il bene dell’oggi della Chiesa: «In passato, ha causato molti danni la mancata percezione dell’intimo rapporto esistente nella Chiesa tra l’esercizio della carità e il ricorso – ove le circostanze e la giustizia lo richiedano – alla disciplina sanzionatoria. Tale modo di pensare – l’esperienza lo insegna – rischia di portare a vivere con comportamenti contrari alla disciplina dei costumi, al cui rimedio non sono sufficienti le sole esortazioni o i suggerimenti. Questa situazione spesso porta con sé il pericolo che con il trascorrere del tempo, siffatti comportamenti si consolidino al punto tale da renderne più difficile la correzione e creando in molti casi scandalo e confusione tra i fedeli».
Un’attenzione specifica, in quell’incontro di studio, venne posta dal prof. Joaquín Llobell, della Pontificia Università della Santa Croce, a I delitti riservati alla Congregazione per la dottrina della fede: in quella relazione si metteva in luce la contraddizione di una normativa tanto necessaria per la vita della Chiesa quanto inapplicabile, per la sua pratica inconoscibilità. L’illustre collega chiudeva allora il suo intervento col seguente auspicio: «probabilmente oggi sarebbe opportuno un intervento legislativo che indicasse con chiarezza i delitti riservati alla Congregazione per la dottrina della fede, la loro precisa tipizzazione (qualora non fosse sufficientemente chiara nei codici), il loro speciale termine di prescrizione, se devono essere trattati secondo qualche legge processuale specifica (che dovrebbe essere promulgata sugli Acta Apostolicae Sedis), l’uniformità (o meno) tra il diritto latino e orientale, la posizione dei tribunali periferici (di prima e di seconda istanza, secolari e degli istituti religiosi) su tali delitti e leggi». Al tempo sembravano considerazioni lontane dalla concreta prassi ecclesiale, quasi pensieri riservati a pochi specialisti, anche se a partire dal 1994 erano già state stabilite peculiari disposizioni per gli USA, estese nel 1996 all’Irlanda, in riferimento ai delitti dei chierici sui minori. Sembrava tuttavia un problema lontano e relativo ad altri. Dobbiamo alla lungimiranza degli ultimi Pontefici l’inversione di tendenza e il progressivo emergere, come allora auspicato dal Llobell, di una normativa finalmente conoscibile e applicabile. Così avvenne con il motu proprio Sacramentorum sanctitatis tutela del 30 aprile 2001 (reso noto a tutti) e con la Lettera della Congregazione per la dottrina delle fede ad exsequendam del 18 maggio 2001 (pubblicata solo su AAS in latino), con l’elenco dei delitti riservati, mentre restavano riservate le norme relative e le facoltà speciali di volta in vota introdotte, che in parte modificavano la stessa definizione dei delitti previsti. Seguirà il 21 maggio 2010 una versione delle norme aggiornata e finalmente da tutti subito e integralmente conoscibile così come lo saranno le modifiche successive (sino alla recente nuova definizione dei delitti riservati alla Congregazione per la dottrina della fede del 11 ottobre 2021) e le ulteriori iniziative legislative in questo ambito. Frutto maturo di questo processo di diffusione della conoscenza della normativa e di collaborazione con gli operatori del diritto sarà il Vademecum della Congregazione per la dottrina della fede, pubblicato il 16 luglio 2020 con l’apprezzabile indicazione “versione 1.0”.
Tornando al presente volume non possiamo non evidenziare che si tratta del 29° della collana Quaderni della Mendola, che prende la denominazione da quella sede al passo della Mendola (villa Toval), dove il gruppo si riunì per tenere i suoi incontri di studio, dal primo incontro del 1973 (le riunioni precedenti si svolsero nell’occasione dei congressi dell’Associazione Canonistica Italiana) fino al 1995 (tornerà al passo della Mendola nel 2003, ma in altra sede). Non ero presente al primo incontro del 1973, avevo solo 9 anni, ma c’ero, come giovane studente di diritto canonico, nel 1993, quando si svolse il XX incontro di studio (dal 5 al 9 luglio) e si decise per la prima volta la pubblicazione degli atti in una collana dedicata, appunto i Quaderni della Mendola. Non era neppure pensabile allora che si iniziasse una vicenda giunta ora alle soglie della trentesima tappa, ma così ha voluto la bontà di Dio, che ci ha dato innanzitutto la grazia di tenerci uniti in questi anni.
La scelta di pubblicare gli atti degli incontri di studio è stata sin dall’inizio caratterizzata dalla collaborazione con l’editrice Glossa, della Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale. I Quaderni della Mendola sono una delle 17 collane curata dall’editrice, l’unica di diritto canonico. C’è forse una stranezza nella scelta dell’editrice di una facoltà di teologia, ma dietro la singolarità si nasconde una non trascurabile proficuità. Il diritto canonico è a pieno titolo una disciplina sacra, inserito nel piano di studi prescritto per il ciclo istituzionale di una facoltà di teologia e il gruppo docenti esprime questa consapevolezza come scelta assunta e elemento imprescindibile della sua identità. La partecipazione ai lavori del coordinamento delle associazioni teologiche italiane (CATI) ne è una felice ed evidente conseguenza. In questi anni sono ben note peraltro le difficoltà cui deve fare fronte l’editoria cattolica ma con Glossa siamo sinora riusciti a far fonte alle sfide più insidiose, anche grazie al fatto che la Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale ha tenuto fede, con coraggio e impegno, alla scelta di disporre di una propria editrice come strumento per favorire e promuovere la passione e il gusto per la conoscenza della Rivelazione e delle sue conseguenze, nella vita e nella storia degli uomini. Il presente volume, uscito in tempo straordinariamente breve, anche per renderlo disponibile ai Vescovi italiani, recentemente convocati per la periodica assemblea generale, è testimonianza di una collaborazione collaudata e consolidata. Ovviamente una particolare gratitudine deve essere rivolta a tutti coloro che rendono possibile tutto questo, da parte del gruppo corre l’obbligo di rammentare il lavoro puntuale e solerte del prof. Davide Cito e la competenza dell’economo, il prof. Vincenzo Mosca. Una parola di graditine particolare è dovuta anche alla Conferenza episcopale italiana che, in spirito di autentico sostegno e collaborazione, mette a disposizione risorse indispensabili per la periodica edizione di questi volumi.
Volendo proprio concludere con il tema del ringraziamento una parola il tal senso è dovuta alla sede che ci ospita e a tutti gli amici della Pontificia Università Urbaniana. Sento a tal proposito anche il gradito compito di fare memoria di un grande maestro di diritto penale, che ha svolto per molti anni la docenza in questa Università e che io stesso ho conosciuto come relatore della mia tesi dottorale, alla Pontificia Università Gregoriana: il Cardinale Velasio de Paolis. Si tratta di uno dei membri più fedeli e più apprezzati del nostro gruppo e qui lo ricordiamo, a quattro anni dalla sua chiamata alla pienezza della vita.
La Vergine Immacolata, nella cui occorrenza liturgia è entrato in vigore il Libro VI revisionato, accompagni ora e sempre l’impegno per difendere e promuovere l’immenso bene della santità della Chiesa e interceda per il nostro gruppo, perché sia sempre unito e generoso nell’impegno ecclesiale.
Mons. Marino Mosconi
Segretario nazionale GIDDC
[1] A. Longhitano, L’apporto del GIDDC sull’insegnamento del diritto canonico in Italia, in Aa.Vv., L’insegnamento del diritto canonico (Quaderni della Mendola n. 22), Milano 2014, 3-27: 26.