Contemplatio
L’inno cristologico della Lettera ai Filippesi ci pone davanti al mistero di un Dio che si svuota, la cui grandezza e potenza sono per svuotamento (che modo di affermarsi!). Se le cose stanno così, davvero la signoria come potere non è più situabile, non ha più “posto”. Qui potente è chi diminuisce e chi condivide fino all’estremo. Così si comprende come il Signore stia all’inizio e nell’intimo tessuto di ogni cosa. Questo unifica tutto in una pienezza nuova: dà senso al tempo (che diventa pieno, lungo o breve che sia), dà senso allo spazio, crea un’interazione spazio/tempo diversamente impensabile e che solo qui è possibile. Tutto questo porta a un sovvertimento generale: la gloria è un’altra (Bon-hoeffer), la vita è relazione (Heschel), non ci sono tanti monti diversi ma uno solo (Calvario/Tabor). Questo perché il Signore –col suo annientamento –informa di sé la realtà tutta, continuamente la fermenta e la tra-sforma. E a noi chiede di fare lo stesso, diventando lievito: come il lievito sparire, ma per permeare ogni realtà. Dare il senso e nominare sono allora la stessa cosa. E ogni nome procede dal Nome. Nel Nome c’è tutto: preghiera, accoglienza, affidamento per essere in Cristo nuova creatura. Apertura totale e intimità. E partecipare così alla Signorìa di Cristo.
Franco Mosconi, è monaco camaldolese e sacerdote; priore dell’eremo di San Giorgio sulla Rocca di Garda, a Bardolino (VR)è autore di numerosi testi di meditazione spirituale a procedere dalla Sacre Scritture.
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